Lo staff EIEL si associa alle critiche che in questi giorni sono state rivolte all’inclusione di un sito della Val d’Orcia all’interno della Carta Nazionale di Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad ospitare un Deposito Nazionale di Rifiuti Radioattivi.
Lo scorso 5 Gennaio è stata resa pubblica la Carta Nazionale di 67 siti potenzialmente idonei ad ospitare un Deposito Nazionale di Rifiuti Radioattivi, elaborata alcuni anni fa dalla società statale Sogin come primo passo per la realizzazione di un sito unico di stoccaggio e messa in sicurezza. La creazione di tale deposito nazionale è stata richiesta a ciascuno Stato Membro dell’Unione Europea dalla direttiva 2011/70/Euratom, in modo da consentire la messa in sicurezza di diversi tipi di scorie radioattive che in Italia sono oggi ospitate in depositi temporanei o esportate all’estero.
La pubblicazione della CNAPI apre una lunga fase di consultazione pubblica, volta ad approfondire gli aspetti critici relativi alle varie aree ritenute potenzialmente idonee e ad arrivare ad una decisione definitiva entro il 2025. In tale contesto, desideriamo associarci alle critiche che in questi giorni sono state avanzate alla scelta di includere un sito della Val D’Orcia, ubicato tra i comuni di Pienza e Trequanda ed identificato con il codice SI-5, all’interno della suddetta lista.
In primo luogo, va sottolineato come la stessa relazione tecnica che accompagna la pubblicazione della CNAPI evidenzi gli ‘elementi naturali ad alta valenza ecologica’ che caratterizzano la località interessata, inclusa la presenza reale o potenziale di una ‘fauna di interesse conservazionistico’. Più nello specifico, viene segnalata la presenza di diverse specie protette dalle Direttive Habitat e Uccelli all’interno dell’area individuata, nonché la sua prossimità a quattro siti Natura 2000 ed una Important Bird Area (tutte situate in un raggio di 10 chilometri). In secondo luogo, riteniamo in ogni caso imprescindibile dare risalto al fatto che il sito scelto sarebbe perfettamente adiacente al territorio attualmente tutelato dalla World Heritage Convention dell’UNESCO come parte del World Heritage Site ‘Val d’Orcia’.
In conclusione, al di là degli specifici criteri di esclusione evidenziati nella relazione tecnica, appare pertanto evidente come l’eccezionale valore ambientale e culturale del territorio interessato renda incompatibile una sua eventuale designazione come sede del Deposito Nazionale. Auspichiamo pertanto che il processo decisionale tenga conto di questi elementi, e segnaliamo una delle petizioni al Ministro dell’Ambiente lanciate in merito su Change.org.